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Giovedì 28 Marzo 2024

News

RACCOLTA PRODOTTI DELLA TERRA - Novembre 2016

09 Novembre 2016funghi

Anche quest’anno abbiamo mangiato i funghi del nostro parto!!

Siccità, terreno asciutto,e altri fenomeni meterologigi avversi non promettevano bene per i funghi autunnali. Ma nell’area verde adiacente alla struttura anche quest’anno abbiamo potuto raccoglire i chiodini che hanno arricchito il risotto.

C’è chi raccoglie i funghi, chi li cucina ma per fortuna.............. anche chi li pulisce!!

Daria - Animatrice

GITA AL MUSEO "Valentino Del Fabbro - 20.10.2016

20 Ottobre 2016

Tra le uscite in programma quest’anno c’era il museo Museo “Valentino Del Fabbro” a Cavarzano che abbiamo visitato a metà ottobre.

“Il Museo ospita una raccolta di attrezzature legate ai mestieri del passato raccolti dal suo ideatore nel corso degli anni: strumenti per la fienagione, per la lavorazione del latte, gli strumenti di lavoro del fabbro e dello scalpellino.

Gli attrezzi e gli oggetti del passato che costituiscono la collezione etnografica di Fioretto Bortot sono stati raccolti dal collezionista con passione e con la volontà di riunire le testimonianze materiali della storia dei contadini e degli artigiani della Val Belluna e delle vallate limitrofe, tra la fine dell’800 e la prima metà XX secolo.

Strumenti di lavoro, attrezzi e oggetti d’uso domestico raccolti inizialmente nelle discariche o nelle soffitte, dove erano stati gettati o messi da parte, perché inutili e ingombranti testimoni di un tempo da dimenticare, e che oggi sono custoditi nell'esposizione di Cavarzano.

Ci sono circa 3000 oggetti, ognuno messo in mostra a rappresentare se stesso e a suggerire saperi e abilità anrtiche.

Il nostro gruppo è stato accolto dal collezionista che con maestria e passione e ci ha accompagnati nella visita del museo.

Molto entusiasti i partecipanti che hanno riconosciuto negli oggetti del passato un po’ della loro vita, e anche ricordato il loro vissuto.

Un sentitio ringraziamento a Fioretto Bortot e alla moglie che ci hanno accolto con familarità e affetto.

Daria - Animatrice

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USCITA ALLA MADONNA DEL RUNAL - 09.09.2016

09 Settembre 2016runal

Cenni storici

La storia de la ceséta de la Madona de la Runal - La chiesetta della Madonna del Runal

Esiste ormai dissestata una strada, in origine interamente lastricata, il che fa supporre di origine romana, che collegava Buscole di Farra d'Alpago con le località "Riva de Marco" "Pian de 'l bèco" e "Resìna vècia" per giungere al luogo dove attualmente sorge il Santuario della Madonna del Runal. La strada che, ad un centinaio di metri prima del Santuario, si divideva in due, l'una raggiungendo Tomàs e Spert e l'altra proseguendo dopo il Santuario per la "Montagnéta", "Palughét" e "Canpón", era generalmente percorsa dai boscaioli che si recavano nella foresta per il taglio del legname e per far il carbone. Lungo quella strada, secondo la nostra storia, esisteva un capitello votivo (tariól) che ospitava un bel quadretto raffigurante la Madonna, venerata con l'appellativo di "Madóna de 'l bósc". A questo punto varie sono le versioni della storia. La prima dice che, essendo il capitello ormai in rovina ed esistendone un altro poco più a sud in miglior stato di conservazione, i boscaioli decisero di trasferire il venerato quadretto in questo secondo. Così fu fatto, ma la mattina successiva al trasloco il quadretto non fu più ritrovato nel capitello. Furono subito iniziate le ricerche ed il quadro fu ritrovato appeso ad un ramo di un vecchio faggio che cresceva accanto al capitello originario. Fu riportato via da lì ma, chissà come e chissà perché, il quadretto scomparve nuovamente e fu ritrovato allo stesso posto della volta precedente. L'evento, secondo la storia, continuò a ripetersi per diverse volte, finché i boscaioli per togliere, come si dice, il male alla radice, decisero di tagliare il vecchio faggio. Ma qui avvenne il fatto miracoloso. Tutte le scuri adoperate per abbattere il vecchio tronco, al primo contatto con il legno inspiegabilmente si rompevano. Questo fatto straordinario fu interpretato come il desiderio della Vergine a voler restare in quel posto e lì i boscaioli e gli abitanti di Farra e di Spert eressero l'attuale Santuario della "Madôna del bósc", protettrice in particolare dei boscaioli che, poco tempo dopo, assunse il nome di Santuario della Madonna del Runal, dal nome della località dove fu eretto e dell'omonimo ruscello che scorre nei pressi.

Un'altra versione della storia, invece, vuole che il capitello ormai in rovina, forse per questioni di campanilismo, venisse distrutto ed il quadretto fosse appeso, in attesa della costruzione di un nuovo capitello, ai rami del faggio che ci cresceva accanto. Il quadro fu trasportato nella parrocchiale di Farra e da li, nottetempo, prese il volo .... per il solito faggio. Anche qua il fatto continuò a ripetersi diverse volte. Stupiti per le ripetute sparizioni, gli abitanti di Farra una sera, dopo la funzione vespertina, chiusero la chiesa, ne sprangarono i portali ed organizzarono dei turni di vigilanza per l'intera notte, senza alcun risultato. Il quadretto fu ritrovato la mattina dopo appeso al solito faggio. Allora questa volta fu deciso di tagliare l'albero ed ecco un altro fatto miracoloso. Da ogni dove, dal momento che la voce si era sparsa fra le contrade d'Alpago, erano giunte diverse persone per controllare di persona l'abbattimento dell'albero ma, al primo colpo discure, l'attrezzo si conficcò talmente nel legno che a colui che aveva assestato il fendente non fu più possibile toglierlo. Intervennero in suo aiuto alcuni presenti. Primo uno, poi due e tre, infine quattro uomini unirono i loro sforzi per liberare l'ascia dal tronco ed essa finalmente uscì. Uscì, ma avvenne un altro fatto fantastico, tra lo stupore dei presenti, dal taglio lasciato nel tronco uscì un fiotto di sangue. Cosa pensare? Un miracolo? O piuttosto un segno? Non c'era dubbio. Per i nostri vecchi quello era un "segno": esprimeva il desiderio della Vergine a voler rimanere là. E là appunto sanate dispute e controversie, fu eretto il nuovo Santuario, mèta di devoti pellegrinaggi. Là, ancor oggi, in quella chiesetta immersa nel verde, l'8 settembre si venera il famoso quadretto. Là, si racconta, la Vergine operò diversi miracoli e fino ad alcuni anno fa ad una parete della chiesetta c'era un fascio di stampelle di legno, lasciate a ricordo dai miracolati. Inoltre, sempre a titolo di devozione alla Madonna del Runal, quando una mamma di Farra era in attesa di un figlio, diceva che andava a prenderlo non sotto il cavolo o dalla cicogna, ma a quel famoso faggio di questa nostra storia. Queste sono due delle versioni di cui sono venuto a conoscenza. ln entrambe gli elementi di base sono il quadretto ed il faggio.Il faggio che ora non c'è più, perché i fedeli che si recavano al Santuario ne staccavano di volta in volta qualche rametto o un pezzo di corteccia, per portare nelle loro case la benedizione della Madonna.

Madonna del bosco

Cammino lungo un sentiero

di sassi, tutto in salita.

Mi guardo attorno:

un raggio di sole

buca le foglie

e porta per terra

coriandoli di cielo,

in un gioco di ombre

che fuggono senza spessore.

Tutto odora di selvatico,

profuma di buono:

di pini e di larici,

di funghi e di resina,

di lamponi e di more.

Canta un fringuello

tra i rami di un faggio;

un bello scoiattolo

fugge si nasconde.

Arrivati in cima

si rimane incantati:

davanti a questa chiesa

vien voglia di pregare.

Incrocio le dita,

faccio il segno di croce in ginocchio

e poi sussurro:

''Madonna del Runàl

di giorno e di notte

proteggi (sorveglia) questa valle

e ama gli Alpagoti !''

Tratto da:

Le bèle storie de na òlta

di Osvaldo Noro

IL BUON VENTO DAL SUD - 06 settembre 2016

06 Settembre 2016

Oggi martedì 6 settembre abbiamo accolto con entusiasmo l’invito da parte del presidente del circolo velico, Pietro Fontanella, a vivere, per quanto possibile la realtà della “vela” nel lago di S. Croce.

Vorrei in breve sottolineare la “storia” :

la sezione di Belluno della Lega Navale Italiana ha una lunga tradizione, ma che si è districata nei meandri della storia in sordina e con la discrezione di uno sport marinaresco che inizia la conquista della montagna.

Fondata nel 1957, la sezione ha festeggiato l’inaugurazione della base nautica di Poiatte nell’agosto del 1972, mantenendo la sede legale al civico 13 di via Cipro della città del capoluogo.

Fondata grazia all’impegno di appassionati es ex marinai, che già da pionieri solcavano le acque dell’Alpago, la scelta non cadde a caso sul lago di Santa Croce, che è stato da subito un luogo ideale per le sue caratteristiche naturali, con il vento pomeridiano che si alza con costanza ed intensità regolare. Proprio questi caratteri,con il passare degli anni, hanno sancito il riconoscimento dello specchio d’acqua alpagoto quale una palestra di vela invidiata e ammirata a livello nazionale e, già all’inizio della sua attività, venivano riconosciute le potenzialità della basa nautica quale elemento importante per fare del lago un grosso centro di attrazione turistica….

In futuro???

I progetti per la prosecuzione della vita e la crescita della sezione di Belluno della Lega Navale Italiana tanto a livello strutturale quanto a livello agonistico sono molti ed ambizionsi, come è giusto sia per una realtà di successo e dalle grosse potenzialità.

Di urgente e prossima realizzazione si pone la messa in opera della nuova sede di quello che diventerà un Centro Velico di riferimento non solo locale che servirà a far aumentare il movimento sul lago di Santa Croce intorno al mondo della vela, ma anche l’indotto per il territorio. La nuova sede sarà anche il punto di partenza per portare nel bellunese competizioni agonistiche di un certo spessore.

La Lega Navale Italiana si è prefissata di sviluppare e potenziare anche il settore del canottaggio, per garantire un servizio più completo al maggior numero possibile di appassionati degli sport acquatici.

Ringraziamo di cuore il Presidente per averci accolto e averci spiegato tutto quello che di nuovo per noi poteva essere.

Grazie!

Palmina

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ANTICHI MESTIERI - 04 settembre 2016

31 Agosto 2016

Antichi mestieri…

Interessante è stata la partecipazione dei nostri anziani a Farra d’Alpago in vista dell’evento Percorso di Antichi Mestieri.

La manifestazione, ha proposto nell’arco della giornata le arti e i mestieri di un tempo, un salto nel passato per rivivere l’atmosfera, i colori e i sapori delle antiche tradizioni. Le diverse bancarelle della rassegna Percorso di Antichi Mestieri hanno riproposto in presenza di abili ed esperti “maestri”, le tecniche di realizzazione di manufatti e numerosi lavori legati al passato. Molto interessante è stato vedere la dimostrazione della “lisciva” e la preparazione di specialità locali come la “minestra de fasoi”, la polenta sul “trepiè” e varie tipologie di formaggio sapientemente prodotte dalle abili mani del mastro casaro.

Anche ai più piccoli è stata data la possibilità di divertirsi con diversi giochi .

E’ stato senz’altro per noi una bellissima occasione di apertura al nostro territorio.

Palmina

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